giovedì 13 dicembre 2007

Meglio tardi che mai: "Bestie" di J.C.Oates (di Simone Cerlini)

Il professore Andre Harrow si scopa le sue studentesse con la complicità interessata della moglie. Il romanzo ci racconta di questo poligono dal punto di vista di una ragazza particolarmente dotata di sensibilità e bei capelli. Ad un primo impatto la lettura è piacevole per noi maschietti perché ci consente di immedesimarci in desideri mai sopiti del tutto: la seduzione di giovani studentesse con la complicità interessata della moglie. Ma questa gustosa identificazione con il docente dongiovanni si arena nella scoperta di una perversione da guardoni ed esibizionisti in cui noi lettori ci specchiamo con disgusto. La fantasia degli amplessi vari e multicolori con le ragazze finisce infatti in squallide polaroid sbattute nelle pagine di riviste pornografiche, in pose quasi didascaliche, che costringono a riconoscere modelli presi dall’abuso di sesso estremo dato da Internet, e che arriva alle foto agghiaccianti di Abu Grahib (individui a quattro zampe trascinati con collare da cane). Questa feroce presa di coscienza del limite del nostro desiderio (erotico in particolare) ha un impatto che colpisce allo stomaco, fa vergognare, annichilisce. Bestie è dunque romanzo sull’abuso (del proprio potere e del proprio carisma, ma anche dell’istinto, che diventa coatto e tiranno).

Bestie è anche romanzo iniziatico, sull’adolescenza. La parabola della protagonista, che si racconta senza pietà in prima persona, è la parabola del riconoscimento della propria bestialità, ma anche della presa d’atto dei suoi limiti. L’infanzia conosce il mondo attraverso le convenzioni e le buone maniere, e lo affronta con la vergogna e il pudore. L’adolescente sperimenta, riconosce il proprio essere carne e lo vive nell’ansia della scoperta. La maturità è la presa d’atto della propria identità, in cui il desiderio viene compreso nei suoi limiti e vissuto come tale. Non siamo di fronte ad una costruzione simbolica semplicistica, eretta su stereotipi: la coppia di perversi maniaci non è identificabile tout court con il male assoluto, anzi è un motore di educazione e coscienza. Non tutto quanto decanta Harrow, nella retorica della liberazione sessuale, viene abbandonato: nella maturità della protagonista si intravvede una scelta bisex, che il cattivo maestro avrebbe approvato e promosso.

La negatività della coppia di adulti sta invece in un tradimento del proprio essere bestie (quindi innocenti), per il godimento dell’uso del potere, per un processo di mercificazione dei corpi, per una manipolazione colpevole. La fine è dunque nella distruzione dei maestri e dei padri, che dopo essere stati adorati e glorificati, vengono negati e uccisi per riscoprire la propria indentità. Il percorso di Gillian, la narratrice, è dunque il percorso di progressivo affrancamento: dalle convenzioni, prima, dalla manipolazione degli altri, poi. E’ dunque un percorso di libertà, nella sua accezione più propriamente femminile, un percorso di liberazione e purificazione nel fuoco.

Il romanzo, nella sua brevità, ricorda le atmosfere noir di “Giro di vite” di Henry James: una progressiva caduta, un continuo avvilupparsi nella perversione più estrema, con la capacità di metterci in guardia, di creare specchi potenti, di rivelare le nostre profonde debolezze. Ed in questo meccanismo è possibile riconoscere un materiale narrativo volutamente denso, che colpisce nelle viscere, incanta, è capace di una denuncia non retorica, ma onesta.

Per capire meglio

Xipe Totec: Divinità della mitologia tolteca, Dio della Terra e della Primavera, cui erano dedicati sacrifici umani crudelissimi: le vittime venivano spellate vive e la loro pelle veniva indossata dai sacerdoti. Questa divinità era il corrispondente maschile della Dea della fertilità Tlalolteotl, ed i sacrifici offerti avevano lo scopo di propiziare i raccolti nel periodo della semina.

Quaalud: sostanza ipnotica

Parole chiave: noir, abuso, iniziazione, adolescenza, vergogna, innocenza, anoressia, sterilità, scoperta, droga, carne, desiderio, bestialità, fertilità, arroganza, oppressione, esibizionismo, pornografia, mercificazione, colpa, liberazione, distruzione, fuoco, arte, poesia.


Bestie, di Joyce Carol Oates, Mondadori, 2002
Titolo dell’opera originale: Beasts, 2002
Traduzione dall’inglese: Katia Bagnoli

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