giovedì 7 febbraio 2008

Al mercoledì il cinema costa di meno: Angel di François Ozon (di Simone Cerlini)

Ozon è un genio sbarazzino e coraggioso. Non ha timore a mescolare le carte, a creare minestroni stilistici, ad affrontare il kitch senza pudori, ma come puro oggetto di studio. Tratto da un romanzo del '57, scritto da una Elizabeth Taylor dal nome impegnativo e dall'invidia feroce per gli scrittori di successo, il film percorre la vita di Angel, orfana di padre nella Londra di inizio secolo, che vive con la madre una decorosa normalità. Ma lei sogna qualcosa di diverso. Sogna ricchezza, fama, l'amore romantico, vestiti sgargianti. E sogna con tanta forza da realizzare le sue pacchiane rêveries. Scrive, e con enorme successo. Si compra la villa chiamata "Paradise", oggetto delle sue fantasticherie infantili, si compra l'uomo che ama, si circonda di pavoni, gatti, pappagalli, cappellini improbabili. Poi la tragedia: il suo amore ritorna dalla guerra senza una gamba, infelice, e si suicida. Angel inizia un lungo tormentato declino, il pubblico le volta le spalle, scopre che l'uomo che amava aveva un'altra, con cui aveva avuto un figlio, una allucinata lucidità le fa riconoscere alla soglia della morte i veri affetti.
Angel è un film finocchio. Non alla Derek Jarman o alla Fassbinder, intendiamoci, ma proprio frocio, di una frociaggine sbilenca e sfacciata. Angel è un'eroina gay, senza dubbio, di quei gay autoironici e pacchiani che amano Senso di Visconti e il melodramma. E lo è perché ricrea completamente la realtà in una finzione assoluta in quanto il mondo, così com'è, è inaccettabile. Ecco allora che l'antipatia della protagonista, bulletta sbruffona ignorante, senza talento e per di più di successo, si trasforma in tenerezza ed empatia, perché la sua vita è una ostinata e inveterata lotta donchichottesca con la realtà. Il film ha un vestito sfavillante e divertente, i richiami al cinema dei '50 e gli ammiccamenti kitch lo fanno godibile dall'inizio alla fine (la dichiarazione d'amore sotto il sole, la pioggia e l'arcobaleno, tutto insieme, è una sequenza favolosa, ma trattenete le risate, perché la vecchietta al vostro fianco è commossa davvero); ma ha un'anima tragica, e non per il deragliamento melodrammatico della trama, ma per il destino ineluttabilmente fallimentare del progetto di vita della protagonista: negare il mondo. C'è una scena che dà un briciolo di verità al film (senza esagerare, ovvio). Angel incontra la donna alla quale la sua cocciuta e insensata determinazione ha letteralmente scippato la vita. Le ha scippato però la paccottiglia, i segni finti ed esteriori. Quella donna la sovrasta perché, al contrario di lei, è autentica. Lasciatemi citare in ultimo il cameo della Rampling, capace di rendere eloquente l'assoluta e ostentata inespressività. Per me Angel è un film da non perdere. Andate al cinema, subito!

Angel - La vita, il romanzo (Angel)
Un film di François Ozon. Con Romola Garai, Lucy Russell, Michael Fassbender, Sam Neill, Charlotte Rampling, Jacqueline Tong, Janine Duvitski, Christopher Benjamin. Genere Drammatico, colore 118 minuti. - Produzione Gran Bretagna, Belgio, Francia 2007. - Distribuzione Teodora Film

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