domenica 9 dicembre 2007

Un paese di merda (di Fabio Orrico)

Siamo alle solite. Daniele Luttazzi che, secondo chi scrive, è nè più nè meno che il più grande comico italiano (e molti, qui a bottega, la pensano come chi scrive) è stato messo alla porta anche da La 7, la rete che, da cinque settimane, trasmetteva il suo "Decameron", probabilmente l'unica cosa degna proposta dalla televisione in questo preciso momento storico. Reo di aver insultato Giuliano Ferrara, Luttazzi subisce l'ennesima epurazione e viene nuovamente imbavagliato. In breve: non è vero. Luttazzi non ha insultato nessuno. La sua battuta non è tecnicamente un insulto. Ferrara invece, di persone, ne ha insultate parecchie, anche e soprattutto nella sua trasmissione quotidiana su La 7, e lui, statene certi, rimarrà al suo posto per molto tempo ancora. Questa nel 2007 è la situazione: non c'è libertà di parola, la televisione è una fogna indescrivibile, viviamo in un paese di merda, una classe politica ottusa e razzista reagisce allo sfacelo che tutti ci travolge semplicemente osservandolo. Guai a dirlo in giro. Scusate, il mio è uno sfogo a caldo. Aggiungo una cosa: oltre a essere, come dicevo, un comico enorme (oggettivamente più grande di Woody Allen per esempio, e pari a Jerry Lewis, per capacità d'invenzione almeno e non per altre affinità) Luttazzi, per eccesso di talento, è anche uno dei più grandi scrittori italiani. "Adenoidi", tanto per fare un titolo, è letteratura, molto più del Buttafuoco sponsorizzato da Ferrara. Ma non c'è pericolo: Luttazzi è tornato a tacere. Che paese di merda.

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